La seconda parte della nostra rassegna sui vini italiani pregiati è dedicata ai bianchi che più si distinguono sul nostro territorio per qualità e prestigio.
Poche tipologie di vino sono così trasversali come il bianco. Dall’antipasto al dolce, ma anche fuori pasto i vini bianchi sono protagonisti nella nostra vita: chi non ha mai fatto un aperitivo con un Prosecco? O goduto le gioie di una pasta con le vongole accompagnata da un bianco ben freddo? La grigliata di pesce ben si accompagna a un vino bianco, fresco e fermo, così come un passito trova la sua celebrazione con i dolci. E per finire… Champagne!
Ma il vino bianco non vive solo di questo parallelismo culinario, riuscendo a intervenire anche in prima persona nella preparazione di pietanze, per sfumare un risotto o deglassare un fondo di cottura: duttilità è quindi la parola d’ordine quando si tratta di vini bianchi.
I vini bianchi pregiati italiani per l’aperitivo: le bollicine
Iniziamo allora come si confà, cioè con l’aperitivo perfetto, le bollicine. I vini bianchi pregiati, nell’ambito degli spumanti secchi, si possono idealmente suddividere in due categorie che corrispondono alle due grandi scuole del metodo di spumantizzazione Charmat e quello classico.
Del metodo produttivo di quest’ultimo abbiamo parlato nel capitolo dedicato allo Champagne e, in questa categoria, ci sentiamo di citare tre prodotti d’eccellenza.
Le bollicine di Barone Pizzini
Il primo è il Franciacorta Bagnadore Riserva del Barone Pizzini, un’eccellenza nel mondo delle bollicine. Si tratta di una DOCG a dosaggio zero le cui uve provengono dallo stesso vigneto, chiamato Roccolo, che beneficia della vicinanza di un bosco il quale garantisce un’ottima escursione termica e mitiga il clima. Il vino prodotto è un uvaggio di Chardonnay e Pinot Nero, le cui uve vengono vendemmiate separatamente, pressate e vinificate in barrique e in vasche inox, dove maturano prima di essere assemblate per poi tornarvi per l’affinamento.
Paglierino chiaro, dal perlage finissimo e persistente, regala sentori di pane tostato e lievito di birra, agrumi ed erbe. Fresco al palato, è un Franciacorta dinamico e armonioso, merito del lungo riposo sui lieviti che può arrivare anche a 70 mesi, 6 anni!
Il Tenuta San Leonardo Riserva Marchesi Guerrieri Gonzaga
Il secondo è il Tenuta San Leonardo Riserva Marchesi Guerrieri Gonzaga, una DOC pas dosé composta dal 100% di uve Chardonnay. Dal colore giallo paglierino che tende al dorato, richiama inizialmente sentori floreali, per virare poi sui lieviti. Dal corpo medio in bocca, ha una punta acida che esalta le caratteristiche della sua mineralità.
Il Leonia Pomino Brut
Infine, sentiamo di non sbagliare nell’indicare il Leonia Pomino Brut come terzo campione della categoria metodo classico. Il Leonia è un vino estremamente elegante, dal colore giallo paglierino brillante con riflessi dorati e con un perlage assai fine. Al naso colpisce subito l’agrume, con note balsamiche di liquirizia che precedono i classici sentori di crosta di pane tostato, questo per merito del lungo affinamento sui lieviti. Sul finale, sorprende una delicata sensazione di mentuccia mediterranea. Sapido, effervescente e fresco, riporta le note agrumate anche sul palato, solcate sul finale da una leggera speziatura.
Vini pregiati italiani: i bianchi fermi
Nella stessa tenuta di Pomino viene prodotto il Benefizio Riserva, uno Chardonnay che ci trasporta dal mondo delle bollicine a quello dei bianchi fermi. Vino armonico ed equilibrato in cui la freschezza e la nota alcolica ben si armonizzano, ha un colore giallo paglierino brillante e con riflessi dorati, ha un bouquet unico, delicato e persistente, con sentori di buccia di arancia candita, frutta secca, fiori bianchi, leggere note di pepe.
Nell’ambito dei vini bianchi pregiati è impossibile non citare quello che il Gambero Rosso ha proclamato miglior vino bianco dell’anno 2019, il Vermentino Colli di Luni Etichetta Nera. Il vigneto che lo produce è racchiuso tra il Mar Ligure e la Lunigiana, un territorio con cui la cantina Lvnae ha stretto un legame profondo e radicato nel tempo, producendo un vino dal colore giallo paglierino luminoso e dorato, al naso offre profumi freschi e piacevoli, con sentore di mela. Dal gusto armonioso e fresco, è un vino morbido, elegante e assai equilibrato.
Un altro grande vino bianco, quasi sempre premiato con i Tre Bicchieri dal Gambero Rosso, è il Verdicchio dei Castelli di Jesi Podium di Gioacchino Garofoli. Nasce da uve raccolte a maturazione leggermente posticipata e, grazie a questa caratteristica, è dotato di grande complessità e struttura. Alla vista ha un colore giallo dorato, mentre al naso offre profumi di frutta gialla matura, con un finale agrumato e dei lievi sentori di miele. In bocca è suadente, è morbido, ha un bel carattere e una grande sapidità. Da notare che la sua particolare struttura lo rende un vino dalle grandi capacità di invecchiamento.
I vini bianchi pregiati del Nord: un salto nell’Alto Adige
Saliamo verso nord, fino ad arrivare alla Valle Isarco, uno dei paesaggi naturali più suggestivi dell’Alto Adige, caratterizzato da maestose montagne, antichi masi, castelli e monasteri e punteggiato di villaggi, magnifici castagneti e soprattutto vigneti terrazzati, con i loro ordinati muriccioli in pietra. Qui sussiste un particolare microclima, caratterizzato da calde giornate estive e rigide notti che nel periodo della vendemmia assicura vini freschi, fruttati e ricchi di contenuto minerale, di grande carattere, stoffa ed eleganza impareggiabili.
Solo tre dei nove vini bianchi prodotti dalla Cantina Valle Isarco provengono esclusivamente dalla zona DOC più a sud della Valle Isarco e portano la denominazione d’origine controllata “Alto Adige DOC”: Pinot Bianco, Chardonnay, Sauvignon; tutti gli altri possono invece fregiarsi della denominazione “Alto Adige Valle Isarco DOC”.
Per le particolari esigenze climatiche e di esposizione, il Pinot Bianco cresce solo nelle zone più calde della bassa Valle Isarco. Sui soleggiati terreni collinari, ricchi di porfido, matura un vino bianco dal tipico bouquet dei vini di Borgogna e dal carattere deciso.
Lo Chardonnay è originale della Borgogna dove era noto sin dal XIV secolo. Oggi è diffuso in tutto il mondo e cresce nella bassa Valle Isarco dove trova le condizioni climatiche ideali che caratterizzano il suo tipico sapore.
Il vitigno Sauvignon, originario della Francia, fu introdotto in Alto Adige circa 100 anni fa ma è solo da pochi anni che viene coltivato in Valle Isarco. I terreni caldi, ricchi di porfido, esposti a sud-est e riparati dal gelo della bassa Valle Isarco conferiscono a questo vino le caratteristiche che lo hanno reso uno dei più nobili vini bianchi.
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