La potatura della vite è un’operazione cruciale per il benessere della pianta e la qualità del prodotto finale. Semplici ma accurate operazioni di taglio permettono di mantenere la pianta sana e produttiva. Come vedremo, è anche necessario guardare avanti e pensare alle parti della vite che produrranno i grappoli l’anno successivo, concatenando il processo vitale in un circolo naturale.
La potatura della vite, come è facilmente intuibile, è un procedimento delicato che può determinare non solo la qualità e la quantità di uva (e quindi di vino) prodotta, ma anche mettere a repentaglio la produttività della pianta stessa per molto tempo, se non eseguita in maniera corretta.
Fortunatamente, la potatura della vite è molto più semplice di quanto si possa pensare, una volta capito come cresce, anche più di quella di altre piante. Naturalmente sarebbe bene seguire un corso professionale nel caso si decida di procedere in autonomia, ma oggi vogliamo darvi un’idea di come approcciare questa importantissima fase della vita della vigna.
Quando potare la vite
Innanzitutto, è bene sapere quando si pota la vite. Il periodo adatto è il mese di dicembre, al massimo gennaio. Se si attende troppo, infatti, la pianta esce dal suo stato vegetativo invernale, nel quale i fluidi vitali sono ancora densi, e si rischia di avere una grande perdita di linfa vitale dai tagli. Esiste anche una seconda potatura, la cosiddetta potatura verde o spollonatura. Questo procedimento si effettua nel mese di luglio e ha l’obiettivo di ridimensionare le piante e di dare aria ai grappoli, impedendo la formazione di muffe.
La spollonatura o potatura verde
Fondamentalmente, si tratta di una sfrondatura che però va fatta con moderazione e, soprattutto, da un lato solo della vite, quello a ovest. Il perché è facilmente intuibile: il lato ovest è quello meno esposto al sole, che altrimenti cuocerebbe i grappoli, portandoli a maturazione prematura.
Per effettuare la potatura verde, innanzitutto si tagliano i capi assurgenti che appesantiscono i rami; in questo modo si dà anche un aspetto uniforme a tutta la vite. In questo periodo, i grappoli sono già formati e in fase di maturazione, quindi si tratta di un’operazione abbastanza sicura. Poi si tagliano le cosiddette femminelle, i rametti verdi e sottili, che con le loro foglie coprono i grappoli.
È proprio questo lo scopo di quest’operazione: portare a vista i grappoli – è quindi necessario eliminare le foglie che li coprono. Ma attenzione: si devono togliere quelle laterali, lasciando intatta la chioma superiore per far sì che funga da tetto, da protezione contro la grandine. Inoltre, la spollonatura facilita la vendemmia perché rende i grappoli più accessibili. Infine, nel caso sia necessario un trattamento di verderame, i grappoli vengono irrorati meglio.
Cosa succede se non si pota la vite
Nel caso non si decidesse di potare la vite, accadrebbe ciò che succede sempre in natura: una crescita incontrollata della pianta che tende quindi a espandersi e a produrre tanti grappoli piccoli, non molto dolci e, in generale, poco equilibrati. Il risultato è immaginabile: quell’uva produrrebbe un vino di scarsa qualità.
Gli strumenti per la potatura della vite
Per potare la vite sono sufficienti tre strumenti piuttosto comuni:
- Cesoia
Una forbice dedicata al giardinaggio, con lame corte e ricurve, con una lama tagliente e l’altra (“di battuta”) piatta. Questo perché ciò permette di lasciare una parte di spessore integra (dopo vedremo il perché).
- Troncarami
Per tagliare i rami più grandi, più vecchi di un anno, ed effettuare un’opera di rifinitura sul tronco principale.
- Sega
Una normale sega da legno per tagliare i rami più vecchi, di almeno 3, 4 o 5 anni, impossibili da tagliare con un troncarami standard.
Come effettuare la potatura della vite
Il primo passo da fare nel procedimento di potatura della vite è “capire” la pianta, saper riconoscere quali sono i rami più vecchi e quelli più giovani; osservare dove cresce la botanica e dove fruttifica. Questo perché la prima nozione da sapere nel procedimento di potatura della vite è che le gemme che produrranno i grappoli crescono sui rami dell’anno che nascono sui rami di un anno.
Non è uno scioglilingua, bensì la regola aurea per sapere dove potare la vite. Siamo nel 2023, quindi a marzo le gemme cominceranno a fiorire sul ramo che abbiamo lasciato integro nel 2022. Tutti gli altri rami più vecchi dovranno essere (stati) tagliati. Ma come riconoscerli? È piuttosto semplice: un ramo di 2 anni ha la corteccia che tende a staccarsi, è vecchio anche all’aspetto; il ramo con un anno di età invece è sempre liscio e con la corteccia ben attaccata.
Va da sé che i rami fruttiferi, quelli che l’anno precedente abbiamo scelto come designati a produrre grappoli, devono essere il più vicini possibile al tronco principale. Questo perché la pianta preleva le sue energie dal terreno e le distribuisce sui nuovi rami: quindi, più il ramo fruttifero è vicino al tronco, più rapido sarà il ciclo linfatico e meglio verranno alimentati i nuovi germogli.
Dove tagliare nella potatura della vite
Una volta designato il ramo fruttifero, bisogna lasciare su di esso un certo numero di gemme, che distano tra loro dai 10 ai 15 centimetri circa (la distanza può variare in funzione del tipo di vite); questa distanza è detta internodo. Il numero di gemme da lasciare varia in funzione della pianta e dell’energia che può fornire. In una vite di dimensioni standard, il numero di gemme è circa 5 o 6; tutto il ramo che va oltre la quinta o la sesta gemma può (e deve) essere tagliato.
Il motivo è da ricercarsi nella natura stessa della potatura della vite: lasciando troppe gemme nasceranno troppi grappoli e la pianta andrà quindi in sofferenza perché dovrà nutrirli tutti. È anche vero l’opposto: lasciando troppe poche gemme, la pianta tenderà a crescere e a far crescere il ramo, ignorando per così dire il grappolo d’uva.
Potare la vite, medicina naturale
Al taglio del ramo, la vite non si cicatrizzerà in corrispondenza del taglio, ma farà seccare una porzione di ramo sottostante. Le dimensioni di questa porzione sono più o meno quelle dello spessore del ramo. Quindi, è necessario tagliare tanto in alto, rispetto a una gemma, per far sì che la porzione che si seccherà non comprenda anche la gemma stessa.
Infine, è necessario guardare al futuro. L’operazione, detta speronatura, consiste nell’individuare il ramo più vicino al tronco e tagliarlo, lasciandogli un paio di gemme. Questo ramo sarà quello che diventerà il ramo produttivo l’anno dopo. Il ramo immediatamente successivo è invece il ramo produttivo dell’anno in corso.
Riassumendo: come fare la potatura della vite
- La vite produce i grappoli sui rami dell’anno che crescono sui rami dell’anno precedente.
- I rami devono essere il più vicini possibili all’apparato radicale della pianta.
- Bisogna lasciare il giusto numero di gemme per equilibrare il rapporto vegeto-produttivo.
- Rispettare la distanza di taglio dalle gemme o dai rami più vecchi.
- Controllare che le gemme siano vegete.
- Piegare i rami sui fili di supporto, fissandoli con appositi legacci.
- Speronare il ramo fruttifero, quello più vicino al tronco, per l’anno successivo: il ramo successivo è quello produttivo.
- Togliere i viticci più piccoli.
- Con il troncarami, tagliare le speronature degli anni precedenti; con la sega, rifinire il tronco e tagliare gli speroni ancora più vecchi.