La regione della Franciacorta, in Lombardia, è una zona che abbraccia 19 comuni del bresciano e si estende su una superficie di circa 200 chilometri quadrati, dimensioni relativamente ridotte, in special modo rispetto all’immensa celebrità ottenuta in tutto il mondo, se si pensa che ospita più di 100 cantine.

Qui si producono i Franciacorta vini, spumanti DOCG prodotti con uve Chardonnay, Erbamat (un antico vitigno bresciano) e Pinot nero, paragonabili allo champagne per tipologia e filosofia. Prodotti analoghi come il Moscato d’Asti e il Prosecco hanno uno stile più leggero, con beva veloce e “divertente”, quasi una contrapposizione alla complessità e alla finezza dei vini Franciacorta.

Franciacorta vini: le caratteristiche distintive

Oggi sulle etichette non si legge più la denominazione spumante, ma solo Franciacorta: un unico termine che definisce il territorio, il metodo di produzione e il vino prodotto dalle cantine del Consorzio di Tutela.

Una curiosità: l’Unione Europea riconosce solo a tre vini italiani (Asti, Marsala e Franciacorta) la possibilità di indicazione senza altri termini qualificati. Il disciplinare vieta esplicitamente l’utilizzo del termine spumante nella designazione ed etichettatura. Per tanto è corretto e legittimo dire Franciacorta e non spumante Franciacorta, come succede storicamente anche per lo champagne.

E ancora: ci sono solo tre zone al mondo che hanno questa caratteristica e sono appunto la Franciacorta, il Cava in Spagna e… lo champagne.

Franciacorta vini e champagne, nemici amici

A questo punto, è evidente come il paragone con lo champagne non sia casuale. Il dualismo tra i due prodotti, benché recente, è innegabile. Non ci sentiamo in errore nel dire che i vini bianchi di Franciacorta sono la risposta italiana allo champagne, con le sole (ma non piccole) differenze di quantità prodotta e d’età

I vini bianchi fermi sono prodotti nella zona del bresciano sin dai tempi dei Romani, ma è solo negli anni ’70 che l’industria delle bollicine ha iniziato a emergere. Inoltre, la Franciacorta ha ottenuto la DOCG solo nel 1995, il che fa di questi vini dei neonati rispetto al nettare francese.

Con questo non vogliamo dire che i Franciacorta vini possano rappresentare una minaccia per lo champagne: piuttosto, è una validissima alternativa. Anche perché la Franciacorta produce tra i 14 e i 17 milioni di bottiglie l’anno per una superficie vitata di 28 chilometri quadrati, una cifra che impallidisce rispetto ai 300 milioni di bottiglie dei francesi – benché il territorio dello Champagne si estenda per 240 chilometri quadrati, quasi dieci volte tanto.

Gli ingredienti del successo dei prodotti Franciacorta

Una delle ragioni del successo dei vini di Franciacorta, oltre all’impegno verso la qualità dei produttori, è la particolare combinazione di clima e suolo. A caldi e soleggiati giorni d’estate seguono notti fresche, che creano le condizioni ideali per la maturazione dei grappoli e che ne preservano l’acidità, vitale per la produzione dei vini spumanti.

Benché lo sbalzo termico tra giorno e notte sia ben marcato, la temperatura media resta relativamente costante durante la stagione della crescita, grazie agli influssi climatici del Lago d’Iseo.

Anche la topografia gioca un ruolo fondamentale: le Alpi proteggono il nord Italia dalle influenze continentali dell’Europa centrale, mentre le dolci colline locali proteggono i vigneti.

Il suolo di derivazione morenica, formatosi in seguito all’attività dei ghiacciai, è ricco di sabbia e limo, costellato di pietre di diversa forma e natura, dove si alternano grandi massi e piccoli ciottoli. Il terreno è quindi perfettamente drenato e ricco di minerali, ideale per la viticultura di alta qualità e per l’eccellente resa dei vini bianchi di Franciacorta.

Il risultato è il Franciacorta DOCG, protagonista del nostro approfondimento. Un vino la cui caratteristica fondamentale è che l’unico metodo ammesso per la presa di spuma sia quello tradizionale, ovvero la rifermentazione in bottiglia – anche questa, tecnica utilizzata da tre secoli nello champagne.

Il metodo classico, che produce un vino dalla pregiata qualità e totalmente trasversale quando si parla di abbinamenti gastronomici, grazie anche alla presenza di tre tipologie diverse in grado di adattarsi a ogni portata: Franciacorta, Franciacorta Satèn e Franciacorta Rosé.

Perché inserire Franciacorta vini nella carta vini

Ricapitoliamo i pregi dei vini Franciacorta, i motivi per i quali non dovrebbero mai mancare in ogni assortimento che si rispetti:

  • Prodotto d’eccellenza del Made in Italy al 100%, in grado di competere senza timidezza con il più importante competitor del mondo;
  • Nasce da in un territorio naturalmente predisposto per questa viticoltura;
  • È un prodotto trasversale, duttile e raffinato;
  • Ha un marchio di prestigio riconoscibile in tutto il mondo.

Ormai non ci sono più motivi validi per non lanciarsi alla scoperta (per chi non li conosce) o alla riscoperta (per i veterani) dei vini Franciacorta. Abbiamo un suggerimento per voi: provate a percorrere “La Strada del Franciacorta”, un itinerario di riferimento per i turisti e per gli addetti del settore, che si snoda ai piedi delle Prealpi e dove è possibile effettuare visite guidate e degustazioni di vini Franciacorta. Ne rimarrete estasiati!

Scopri l’etichetta di vini Franciacorta Barone Pizzini.