Nell’immaginario collettivo, il tappo di sughero è tradizionalmente associato al vino di qualità. Per contro, i tappi per vino realizzati con altri materiali fanno immediatamente sollevare il sopracciglio, affossando le aspettative. Si tratta di un pregiudizio che, conoscendo le caratteristiche dei diversi tipi di tappi per vino e in quali casi si esprimono al meglio, può essere sconfitto.

Tappi per vino: qual è il contesto di mercato delle diverse tipologie

Che la storica leadership del sughero sia stata messa in discussione già da anni è un fatto ormai appurato. Nonostante questo materiale resti la scelta generica migliore per produrre tappi per vino, è innegabile che si sia verificato un pericoloso effetto a catena che ha determinato l’ascesa di altri materiali.

Si tratta di una semplice legge di mercato riconducibile all’aumento di paesi produttori di vino, dall’Australia alla Nuova Zelanda, dall’America del Nord a quella del Sud passando per il Sudafrica. Maggiore la produzione di vino, maggiore la richiesta di sughero – tra l’altro, utilizzato anche nella manifattura calzaturiera e nella bioedilizia.

Ciò ha determinato due effetti: il primo è stato la pericolosa diminuzione della popolazione mondiale dell’albero del sughero, il secondo l’aumento del prezzo di questo prezioso materiale. Di conseguenza, è iniziata anche la ricerca di alternative di tappi per vino più sostenibili ed economiche, che fortunatamente sono presenti e si sono dimostrate altrettanto valide.

Non solo: questa “nuova via” è stata corroborata dall’ampliarsi della varietà dei canali distributivi e dei modelli di consumo del vino.

A sostenere questo nuovo percorso ha anche contribuito il decreto legge del settembre 2013 che ha sdoganato l’utilizzo del tappo a vite anche per i vini DOCG, pur restando nella facoltà dei singoli consorzi di inserire vincoli più restrittivi all’interno dei disciplinari di produzione.

Partendo dal sughero stesso, vediamo quindi quali sono le alternative al tappo per bottiglie di vino tradizionale, quali pro e contro offrono e dove riescono a eccellere. A voi, e al vostro gusto, lasciamo il compito di decidere se e quali di queste alternative riescono a offrire un prodotto di qualità.

Tappi di sughero

La tradizione, il fascino, la sicurezza: il tappo di sughero è una scelta sicura, declinabile in alcune varianti relativamente nuove come il tappo stratificato (o compensato o multipezzo), costituito da due o più cilindri di sughero incollati e pressati.

O anche il tappo tecnico, ottenuto da un agglomerato di sughero e collante e rifinito con una rondella di sughero naturale, in alto e in basso. Chiamato Twintop, ne esiste anche una variante “spark”, dalle dimensioni superiori e utilizzato per tappare i vini spumanti – il classico fungo con gabbietta metallica di sicurezza.

Infine, due particolarità: il tappo colmato, realizzato in sughero e trattato con polvere di sughero e collante per eliminare le imperfezioni, e il tappo incapsulato (o tappo a “T”), realizzato per quei vini che possono durare più a lungo dopo essere stati aperti, come i passiti.

          I pro:

  • Impermeabile ed elastico: questi tappi per vino garantiscono un’ottima aderenza al collo della bottiglia isolando il vino dagli agenti esterni.
  • Microporoso: consente una lentissima ossigenazione del vino.

          I contro:

  • Sapore: la frase “sa di tappo” è temuta dai consumatori come dai produttori. Si calcola che questo problema affligga tra l’1 e il 15% delle bottiglie prodotte.
  • Suscettibilità a funghi e batteri: fattori che possono determinare una diminuzione della qualità del vino (se non rovinarlo del tutto).

Il tappo sintetico

Si tende a pensare che si tratti di silicone, ma il materiale che compone il tappo sintetico è un polimero termoplastico espanso a caldo, a volte lubrificato con materiali siliconici per favorire imbottigliamento e stappo – da qui probabilmente la misinterpretazione.

Questa strada venne intrapresa circa quarant’anni fa, ma solo recentemente è stata considerata come valida alternativa. Da quel momento, le qualità di questo tappo per bottiglie di vino sono sensibilmente migliorate, nonostante non si siano rivelati ideali per vini da invecchiamento, rivelandosi più adatto ai vini da consumare giovani.

Infine, esistono tappi per vino a fungo in polietilene, usati per tappare spumanti solitamente gassificati, dei quali però non parleremo perché si tratta generalmente di scelte di bassa qualità.

         I pro:

  • Sterile: non può essere aggredito da muffe e funghi.
  • Integrità: non si sgretola, preservando le caratteristiche organolettiche del vino.

         I contro:

  • Non poroso: non possiede quella porosità che permette l’evoluzione del vino nel tempo, come invece fa il sughero.

Tappo in vetro

I tappi per vino in vetro è uno dei prodotti relativamente più nuovi, si affaccia sul mercato circa quindici anni fa. Una novità ben accolta perché offre un’alternativa di qualità, mantenendo a lungo intatte le qualità del vino. Si tratta di un corpo di vetro dotato di una guarnizione in Evlax, un materiale che non contiene PVC né silicone, garantendo un’ermeticità totale.

Anche questi, come i tappi sintetici (e per gli stessi motivi) non sono adatti a vini da invecchiamento. Vero è che il vetro è il materiale migliore per la conservazione del vino, principalmente perché è immune all’azione del tempo.

La riprova è una ricerca condotta confrontando vini uguali, conservati in condizioni identiche, ma con tappi differenti – sughero e vetro: quest’ultimo materiale ha determinato una maturazione totalmente in linea con il vino tappato col sughero.

            I pro:

  • Ermetico: sigilla perfettamente la bottiglia, minimizzando i potenziali danni da infiltrazione dell’aria.
  • Immune: non può essere aggredito da muffe né funghi, evitando di conferire retrogusti e odori sgradevoli al vino.
  • Ecologico: preserva gli alberi da sughero ed è facilmente riciclabile.
  • Bello e semplice: il tappo in vetro è oggettivamente bello, inoltre la bottiglia non richiede alcuna attrezzatura per essere stappata.
  • Riutilizzabile: è possibile ritappare facilmente la bottiglia una volta aperta.

               I contro:

  • Costoso: richiede bottiglie speciali e brevettate, realizzate su misura. Inoltre, il prezzo unitario del tappo rispetto al sughero è sensibilmente più alto.
  • Perdita di fascino: nonostante la bellezza del vetro, il fascino del sughero si perde totalmente.
  • Non sempre la chiusura dopo l’apertura risulta perfetta, impedendo di tenere la bottiglia sdraiata.
  • Eccessivamente impegnativo: principalmente per questioni economiche, si tratta di una scelta difficile da intraprendere per una piccola azienda.

Tappo a vite

I tappi a vite (o Stelvin) di nuova generazione sono molto più avanzati rispetto a quelli di una volta nel panorama dei tappi per vino, quando comparirono sul mercato intorno agli anni ‘50.

Storicamente, sono i tappi “da bottiglione”, quindi associati a prodotti di bassa qualità. A contrastare questo pregiudizio sono i numeri, sempre più in aumento, di aziende che decidono di intraprendere questa strada, con risultati apparentemente soddisfacenti.

Il tappo a vite è una capsula di alluminio che contiene una guarnizione isolante composta da diversi materiali: polietilene all’esterno, stadio al centro e pellicola alimentare all’interno. Quest’ultima è quella che entra in contatto con il vino e che garantisce, insieme alla chiusura filettata, la quasi totale ermeticità.

            I pro:

  • Stoccaggio: possono essere lasciate in piedi, occupando meno spazio, quando invece con i tappi di sughero le bottiglie devono restare necessariamente coricate.
  • Ermeticità: mentre di base questo tappo è totalmente ermetico (impedendo la leggerissima ossigenazione del vino), alcune varianti consentono la traspirazione.
  • Semplicità: non richiede attrezzature per essere aperto.

            I contro:

  • Dedicato: richiede tappi e bottiglie dedicate, incidendo sui costi.
  • Impatto psicologico: ancor più che con i tappi a vetro, è difficile superare il pregiudizio legato al “bottiglione” di vino scadente.

Tappo a corona

Brevettato alla fine del XIX secolo, questo tappo per bottiglie di vino è entrato nell’uso comune grazie alla sua capacità di resistenza alle pressioni, quindi utilizzato per tappare bottiglie di bevande frizzanti.

Internamente, il tappo possiede un materiale elastico (un tempo sughero, oggi plastico) che funge da guarnizione toccando la bocca della bottiglia, garantendone così l’ermeticità.

Inoltre, alcuni produttori sostengono che la maturazione non ha bisogno di ossigenazione per portare il vino ad esprimersi pienamente, hanno scelto il tappo a corona per vino, anche di alta qualità. Generalmente, questo tappo è riservato ai vini artigianali e di pronta beva.

            I pro:

  • Economico: è il modello più economicodi tutti, nonché il più pratico in fase di tappatura.
  • Dedicato: utilizzato per la produzione dello spumante metodo classico (anche se, dopo la sboccatura, viene sostituito dal tappo a fungo in sughero con gabbietta).
  • Sicuro: permette di evitare qualsiasi fuoriuscita di liquido e anidride carbonica che potrebbe compromettere per sempre la qualità del prodotto.

             I contro:

  • Ermetico: non permette la microssigenazione che consente lo sviluppo delle caratteristiche organolettiche nei lunghi invecchiamenti.

Impatto psicologico: ancor più che con i tappi a vetro, è difficile superare il pregiudizio legato al “bottiglione” di vino scadente.