Nato come fenomeno di nicchia, presto trasformatosi in scaltra operazione di marketing, quello dei vini subacquei è ormai un consolidato metodo di affinamento che, in certi casi, è addirittura in grado di migliorare il prodotto finale.

Se, sentendo parlare di vino subacqueo, la prima immagine che vi viene in mente è quella di un sommozzatore alticcio, siete fuori strada.

Quello del vino affinato sott’acqua è un fenomeno che, a oggi, conta quattro concessioni attive in Italia per il cantinamento subacqueo del vino, destinate a diventare 6 o 7 entro la fine del 2023.

Ma come nasce questa idea di cantina sottomarina?

Il vino dello Zar: l’origine dei vini subacquei

Forse ricorderete quando, nel 2010, vennero ritrovate più di 100 bottiglie di vini subacquei, per la precisione champagne, in un relitto sul fondo del Mar Baltico. La nave, naufragata alle fine del 1800, era diretta a San Pietroburgo, alla corte dello zar.

Incredibile a dirsi, le bottiglie sottomarine si erano conservate perfettamente e lo champagne aveva sviluppato caratteristiche uniche, tanto che alcune di queste bottiglie vendute all’asta arrivarono a toccare cifre fino a 15.000 €.

Non si tratta di un caso isolato: sono numerosi i ritrovamenti sui fondali del Mediterraneo di antichi relitti che trasportavano bottiglie (se non addirittura anfore) piene di vino, che il mare aveva conservato intatte per secoli.

Underwater wines: i vantaggi delle cantine subacquee

L’episodio suggeriva che questo “affinamento forzato” aveva giovato enormemente ai vini subacquei e le successive sperimentazioni corroborarono quella che ormai non era mai più un’ipotesi.

Il fondo del mare, infatti, sembra rappresentare un ambiente ideale per l’affinamento degli underwater wines, principalmente per i seguenti fattori, in grado di produrre specifici cambiamenti fisici e chimici rispetto ad un affinamento tradizionale:

  • Assenza di luce
    • La luce danneggia il vino: i raggi ultravioletti innescano una reazione chimica che ne modifica la struttura. Più un vino è esposto ai raggi UV e meno si conserverà nel tempo (che è anche il motivo per cui si evitano bottiglie trasparenti).
  • Assenza di ossigeno
    • La totale mancanza di ossigeno impedisce il fenomeno chimico dell’ossidazione, dannoso per l’affinamento del vino.
  • Temperatura
    • A profondità tra i 30 e i 60 metri, la temperatura resta costante tra i 13 e i 15 gradi, un microclima ideale per l’affinamento, specialmente considerando che ciò avviene durante tutto il corso dell’anno, senza variazioni stagionali.
  • Movimento delle correnti
    • A profondità tra i 30 e i 60 metri, le correnti sono delicate e permettono al vino un leggero movimento che mantiene i lieviti residui in sospensione, in un costante remuage.
  • Riparo dalle fasi lunari
  • Pressione
    • In profondità, il vino subisce una pressione che porta a un movimento pressorio del tappo verso il basso. Il vino quindi si “comprime” e solo una volta in superficie si “rilascia”, liberando i profumi sviluppati in una sorta di esplosione organolettica.

La sperimentazione oggi dei vini subacquei

È per questo che alcune aziende italiane hanno iniziato a sperimentare con i vini subacquei: dato che l’affinamento rappresenta uno dei momenti più delicati della produzione del vino, il passaggio dalla trasformazione alla maturazione, quando cioè si sviluppano i profumi terziari, è il frangente giusto in cui sperimentare.

Dopotutto, anche i produttori lo confermano: lasciare un vino sott’acqua per qualche mese equivale a un periodo di almeno qualche anno in superficie, visto che il mare gioca infatti un ruolo di “ibernazione“.

Il vino subacqueo in breve

Riassumiamo quindi quali sono le principali caratteristiche degli underwater wines.

  • La profondità in cui il vino subacqueo può affinare (ed eventualmente migliorare) va dai 20 ai 60 metri, dove si verificano tutte le condizioni elencate in precedenza.
  • Il tempo di permanenza può variare dai 6 mesi ai 2 anni, ma nulla vieta di sperimentare con tempi più lunghi.
  • Possono venire utilizzate gabbie metalliche di acciaio inox, ma anche anfore di terracotta all’interno delle quali vengono calate le bottiglie.
  • Il sito di affinamento può trovarsi sul fondale, incastonato tra gli scogli o addirittura all’interno di relitti sommersi.
  • Le bottiglie possono venire “attaccate” dai crostacei e dal conchigliame, presentando così peculiari decorazioni naturali che rendono unica ogni bottiglia.

Qual è il posizionamento di mercato dei vini sottomarini

Considerato quanto detto finora, è piuttosto naturale che i vini subacquei abbiano acquisito un forte appeal dal punto di vista del marketing per creare vini speciali, eccelsi, vini da collezione, pezzi unici, soprattutto nel settore luxury.

Infatti, per produrre gli underwater wines sono necessarie operazioni complesse, che coinvolgono gru, sommozzatori e tecnici di vario genere, il che fa ovviamente impennare i prezzi – anche se, è giusto dirlo, esistono vini subacquei nella fascia di prezzo dei 40 €, una cifra decisamente più abbordabile.

Inoltre, l’affinamento del vino sott’acqua è positivo anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale: basti pensare al dispendio energetico delle aziende, soprattutto nel Sud Italia, costrette a raffreddare le cantine nei periodi estivi, problema “facilmente” risolvibile stoccando il vino sott’acqua.