Quali sono le caratteristiche vincenti che dovrebbe avere un catalogo vini di un’agenzia di distribuzione vini?

Quali doti deve avere chi lo compila e quali sono le chiavi del suo successo? Scopriamolo insieme!

Ho deciso di aprire un bar, un’enoteca, un ristorante, un’attività di ristorazione insomma. Tra le tante pratiche da svolgere, ce n’è una in particolare che mi stuzzica: comporre la carta dei vini. Un foglio bianco, parto da zero, posso spaziare ovunque voglia in base all’indirizzo che ho deciso di dare alla mia attività. È un po’ come cambiare il guardaroba! Ma perché abbiano successo, le mie scelte devono essere informate,devo sapere quali vini vanno per la maggiore, quali sono prodotti da proporre in linea con le mie scelte stilistiche. Ho bisogno insomma del supporto e del consiglio di un’agenzia di distribuzione in possesso di un catalogo vini definitivo. Ma perché sia considerabile tale, cosa dovrebbe contenere un catalogo vini? Quali sono le linee guida che ne hanno determinato la creazione e quali le caratteristiche che me ne fanno capire la validità? Scopriamole insieme.

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Unicità

Nel caso di una ricerca mirata, la scelta ricade naturalmente sul catalogo vini che offre il prodotto desiderato. Ma in una ricerca più generica, qual è uno degli elementi che permette ad un’agenzia di rappresentanza vini di distinguersi dalle altre? La parola chiave è “unicità”, cioè di offrire (anche) prodotti non presenti nei cataloghi concorrenti.

La presenza di tali prodotti può essere frutto di uno o più elementi, primo tra tutti un contratto in esclusiva; o anche la decisione da parte dell’agenzia distributrice di fare da collettore per un certo territorio, o di volersi specializzare in un’offerta trasversale, come una determinata tipologia di vino proveniente da diversi produttori.

Varietà

Il concetto di unicità può essere declinato anche in termini di varietà, che a sua volta può tradursi in varietà geografica del vino e tipologica. Una delle domande che chi propone un catalogo vini dovrebbe farsi è: “La mia azienda copre un’area geografica sufficientemente ampia da poter soddisfare la maggior parte dei miei clienti?”.

In termini pratici, la domanda si può tradurre in: “Posso soddisfare tutti o la maggior parte dei miei clienti senza che debbano rifornirsi da altri per particolari prodotti?”. Un catalogo vini dovrebbe quindi centralizzare al massimo la richiesta, cercando di proporre tutte o quasi tutte le tipologie di vino generalmente richieste. E proprio la tipologia è un altro elemento distintivo di un catalogo che si rispetti: “Al di là della varietà territoriale, il mio catalogo offre una categoria di prodotti abbastanza vasta in termini di tipologia?”.

Eccellenza

In un catalogo vini devono essere presenti almeno una o più eccellenze, che andranno a rappresentare la punta di diamante della proposta. Che funga da ariete, per spianare la strada alle successive proposte meno prestigiose, o che sia la classica ciliegina sulla torta che completa un’offerta già di per sé sufficiente, l’eccellenza è il fiore all’occhiello di ogni distributore di vini e non può mancare in nessun catalogo.

Volendo considerare solo il nostro territorio, il catalogo perfetto dovrebbe avere di base un’offerta dei “vini classici italiani” come Barolo, Brunello, Amarone, Nebbiolo e Montepulciano, solo per citarne alcuni, ma anche uno o più vini di lusso. Al di là del valore intrinseco del prodotto, si tratterebbe di un valore distintivo, una dimostrazione della forza commerciale dell’agenzia che è anche un riconoscimento, da parte dell’azienda produttrice, del valore dell’agenzia stessa.

Lungimiranza

Apparentemente in opposizione a quanto detto sull’eccellenza, ma in realtà in concomitanza, un catalogo vini completo dovrebbe poter proporre anche prodotti sconosciuti al momento dell’offerta. L’abilità di chi compone un catalogo sta anche nel saper identificare realtà vinicole emergenti, con grande potenziale, anticipando così le “mode” del momento. Questa capacità ha ancora più valore in un contesto come quello delle grandi città, dove abbondano i ristoranti e fioriscono le enoteche, dove un marchio o un vino prima sconosciuto ha la possibilità di diventare virale. Questo ovviamente è quanto accadeva prima dell’emergenza Coronavirus.

Il passaparola, le recensioni, i blogger, sono tutti elementi che giocano a favore di chi si è dimostrato in grado di saper cogliere l’attimo, di capire da che parte tira il vento, contribuendo alla diffusione commerciale di un vino proprio grazie a un catalogo oculato e ambizioso, competente e variegato. In una parola: lungimirante.

Coraggio

È questa una caratteristica che va al traino della lungimiranza, ma che si differenzia per un elemento fondamentale: il coraggio, appunto, di chi vuole scommettere sulle realtà sconosciute di cui prima. Se nel caso della lungimiranza, il catalogo vini definitivo anticipa le mode, con il coraggio può arrivare a dettarle. Non mancano al mondo produttori che osano, e così dovrebbe fare anche l’agenzia di distruzione vini che li rappresenta, proporre cioè prodotti che hanno le qualità per imporsi sul mercato e guidare una nuova carica, che spingono l’acquirente stesso a puntare su di essi.

Il cliente diventa quindi compartecipe del coraggio dimostrato dal catalogo, assurgendo lui stesso al ruolo di guida alla scoperta della novità, della particolarità, della specialità. E chi non vorrebbe fregiarsi del titolo di “scopritore” di un vino di successo? Chi non vorrebbe poter dire di essere stato il primo a scommettere su quel vino diventato poi uno standard immancabile sugli scaffali di ogni enoteca, sui tavoli di ogni ristorante?

Naturalmente ci sono anche altri elementi da considerare nella scelta di un catalogo vini che rispecchi le proprie necessità: la disponibilità logistica, una rotazione di prodotti e, non ultima, la questione economica. Ma se c’è una cosa che sa bene chi bazzica il mondo del vino, è che la passione e la curiosità sono tremende forze trainanti e può essere stimolante, se non divertente, mettersi in cerca della quadratura del proprio cerchio.