Spinti dal coraggio e dalla passione, i vignaioli della viticoltura eroica sono i protagonisti di una vendemmia che produce vini di elevata qualità

La viticultura eroica, una pratica da eroi

Negli anni ’50, il concetto di viticoltura eroica era riferito a zone in cui si praticava la coltivazione della vite in condizioni estreme, quindi diverse dalla viticoltura tradizionale. Queste zone erano solitamente aree montane o, più in generale, che presentavano condizioni di coltura estreme.

Le caratteristiche della viticultura eroica

La viticultura eroica non è una questione puramente poetica. Anch’essa, come tutto il mondo del vino in realtà, è regolata da dei parametri molto precisi che permettono di identificarla in maniera precisa.

In tempi recenti, il CERVIM (Centro di Ricerche, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura Montana) ha stabilito caratteristiche ben precise perché un vigneto possa essere definito eroico. In particolare, questo vigneto deve soddisfare almeno uno dei seguenti requisiti:

  • pendenze superiori al 30%;
  • coltivazione su gradoni o terrazze;
  • altitudine oltre i 500 metri sul livello del mare;
  • coltivazione su piccole isole.

Risulta quindi evidente come la viticoltura eroica sia propria di zone di piccole dimensioni e, di conseguenza, di maggiore qualità. Il vecchio detto “nella botte piccola c’è il vino buono” potrebbe addirittura essere stato coniato proprio in riferimento a questi piccoli appezzamenti: il numero relativamente basso di viti spinge il viticoltore a ottimizzare l’utilizzo della materia prima, dedicandole più cure e, di conseguenza, ottenendo un prodotto finale di qualità più alta.

Cos’è la viticoltura eroica

Ma perché una vendemmia di piccole dimensioni dovrebbe essere considerata eroica?

Basterebbe considerare i primi due requisiti determinati dal CERVIM per capire perché si parla di vendemmia eroica: una pendenza spinta, come quella superiore al 30%, e la coltivazione a gradoni, non permettono l’utilizzo delle macchine che coadiuvano la raccolta dell’uva, costringendo il viticoltore a un laborioso lavoro di taglio e trasporto manuale. La presenza di terrazzamenti in pendenza rappresenta anche un pericolo vero e proprio in termini di caduta, per esempio.

Esistono quindi luoghi particolari in cui la coltivazione della vigna diventa un atto, per l’appunto, eroico, sostenuto dalla passione e dalla fede a causa delle condizioni estreme del terreno: vigneti quasi irraggiungibili, spesso isolati proprio perché situati su terroir particolari, come il mare o la montagna.

Una testimonianza della passione dei viticoltori per la viticoltura eroica è stata la creazione del premio Mondial des Vins Extrêmes, assegnato al Forte di Bard dal CERVIM ai migliori vini prodotti in zone caratterizzate da viticolture eroiche.

Dove avviene la vendemmia eroica in Italia

Uno dei prodotti italiani più famosi nel mondo, il Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene, in Veneto, è frutto proprio della viticoltura eroica, poiché le sue uve vengono coltivate su un territorio molto ripido, che costringe a un pesante lavoro manuale (dalle 600 alle 800 ore per ogni ettaro di vigna), senza possibilità di utilizzare attrezzature meccaniche.

In Lombardia, più precisamente in Valtellina, ci sono vigneti che si trovano su terrazzamenti su muri a secco che coprono circa 2.500 chilometri. La coltivazione e la vendemmia qui sono totalmente manuali e l’uva viene trasportata a spalla dai lavoranti con le classiche gerle.

Tra Liguria e Toscana, nei Colli di Luni, da secoli si coltiva il Vermentino. Il territorio, a strapiombo sul mar Tirreno, era originariamente costituito da boschi e pietre.

Anche a Sud la viticoltura eroica è protagonista in alcuni dei punti più suggestivi del nostro paese. Sull’isola di Ischia, nel Golfo di Napoli, i vigneti sono stati ricavati sui fianchi di colline con pendenze superiori al 50%. Per trasportare le uve è necessario usare una monorotaia (uno degli unici lussi tecnologici concessi); nel peggiore dei casi, i grappoli sono trasportati a spalla lungo gradinate ripidissime.

Infine, l’emblema della vendemmia eroica italiana è senz’altro Pantelleria. Su quest’isola siciliana le viti sono coltivate alberello, già patrimonio Unesco, in modo da restare basse per proteggerle dai venti che sferzano l’isola. Mai il termine eroico qui è ancora più azzeccato: qui si lavora in ginocchio e l’uva è selezionata sul posto per poi appassire e dar vita allo zibibbo.

La viticoltura eroica all’estero

In Croazia, a Dingač, a circa 100 chilometri a nord di Dubrovnik, l’uva è coltivata su terreni in forte pendenza e trasportata sottoterra, in tunnel scavati nel ventre della montagna. Anche qui le viti sono coltivate ad alberello, ma senza terrazzamenti, su terreni calcarei con strati di detriti e di ghiaia che immagazzinano calore durante il giorno. Se non è viticoltura eroica questa!

In Grecia invece, a Santorini, a causa dei forti e costanti venti, la vite è coltivata su terrazzamenti a picco sul mare e la vendemmia eroica avviene arrampicandosi tra i filari. L’uva viene poi trasportata a spalla o a dorso di mulo in cantine sotterranee.

Spostandoci sulla sponda atlantica, il Portogallo vanta la sua viticoltura eroica nell’isola di Madeira. L’origine è vulcanica, ma il suolo è fertile e il caldo umido favorisce la crescita di vigneti da cui si ricava l’omonimo vino Madeira. Anche qui sono presenti terrazzamenti dove le uve vengono ancora raccolte a mano e trasportate a spalla in cesti di vimini verso i luoghi di lavorazione.