Situato tra le province di Cuneo, Asti e Alessandrino, nel basso Piemonte, il territorio delle Langhe è stato inserito nella lista dei beni Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO.

È iniziata ufficialmente la stagione del vino piemontese. Come se ci fosse bisogno di attendere il mese giusto per degustarne tutta la sua essenza.

Quando si parla di vino piemontese la prima cosa a cui in genere si pensa è il meraviglioso territorio delle Langhe che proprio in questo periodo dà il meglio di sé. Grazie all’azione combinata della Natura e dell’uomo, la zona delle Langhe è un paesaggio collinare che potrebbe benissimo rappresentare, in un’immagine, il concetto di “bucolico”. Sterminate distese collinari ricoperte da viti si alternano ad aree boschive ricche di vita, luoghi meravigliosi dove la storia si concretizza nei pittoreschi borghi medievali che ne costellano i dolci declivi, testimonianza di una tradizione secolare di enologia e gastronomia.

E, da appassionati di vino piemontese, sono proprio questi due gli aspetti che andremo ad analizzare oggi.

Il territorio delle Langhe

Con una superficie vitata a denominazione totale di 9.574 ettari, nei quali prevale (anche se di poco) la varietà d’uva a frutto nero rispetto al frutto bianco che danno origine a vini piemontesi di eccellenza riconosciuti in tutto il mondo, le Langhe vantano un’alchimia unica che garantisce un’identità territoriale ben precisa, che raggiunge la massima espressione con una vinificazione in purezza. Qui, infatti, la maggior parte delle colture vitivinicole vanta una certificazione DOC e DOCG, tra le quali troviamo Barbera, Barbaresco, Barolo, Dolcetto, Nebbiolo e Pelaverga. Dal punto di vista gastronomico, le Langhe non sono da meno: impossibile non citare il tartufo di Alba, le nocciole e i numerosi formaggi a tutela DOP come la celeberrima Robiola di Roccaverano.

Il vino piemontese da degustare nelle Langhe

C’è solo l’imbarazzo della scelta! Le Langhe danno vita ad una vasta gamma di vino piemontese: rosso, fermo e mosso, rosato, bianco e bollicine – benché, come già detto, la prevalenza è a vantaggio dei vini rossi. La gran quantità di varietà di vino si presta ad altrettanti abbinamenti gastronomici che offrono un panorama molto esaustivo della cucina italiana settentrionale.

Vino piemontese delle langhe: il miglior rosso

Difficile. Molto difficile, quasi impossibile trovare un campione tra i vini piemontesi, anche se qui si producono due tra i più famosi vini pregiati italiani rossi al mondo, Barolo e Barbaresco, che non hanno certo bisogno di presentazioni.

Con il Nebbiolo che non viene utilizzato per produrre questi due capolavori di enologia, viene realizzato il Nebbiolo Langhe DOC. A ruota segue la Barbera, che nelle Langhe trova la sua massima espressione nella varietà d’Alba e d’Asti (e per gli appassionati, ne esiste anche una varietà DOC frizzante).

Seguono il meno blasonato Dolcetto e il Freisa DOC, anch’esso sia fermo che mosso. Chiudono la carrellata il Roero e il raro Verduno Pelaverga, prodotto in solo 3 comuni della provincia di Cuneo. La sua rarità è pari solo alla sua antichità, mentre la sua particolarità è che deve invecchiare fino al marzo del mese successivo alla vendemmia per poter vantare questo nome e fregiarsi della denominazione DOC.

Vino bianco piemontese delle langhe: quale scegliere?

Il vino piemontese bianco forse più famoso delle Langhe è l’Arneis, tipico della zona del Roero. Si tratta di un vitigno in origine difficile da coltivare perché si “intrufolava” tra i vitigni rossi della zona. Il nome infatti, in dialetto piemontese, indica un soggetto particolarmente capriccioso. Mentre Nascetta e Favorita sono vitigni bianchi meno noti, il Langhe Bianco è ampiamente diffuso perché viene prodotto con tutte le uve a bacca bianca del Piemonte (eccetto le aromatiche); si trova anche nella varietà passita, prodotta con Chardonnay, Arneis, Nascetta o Riesling.

Infine, per gli amanti delle bollicine, l’Alta Langa Metodo Classico è uno spumante realizzato appunto col metodo champenoise, si declina in bianco o rosato e viene prodotto con uve Chardonnay e Pinot Nero (vinificato in bianco e rosato).

Vino piemontese e tartufo: accoppiata perfetta

Come in ogni zona d’Italia fortemente votata all’enologia, anche il vino piemontese offre innumerevoli situazioni per essere degustato spesso accompagnati dalla citata cucina locale. Abbiamo accennato al tartufo d’Alba, località nella quale si svolge annualmente una delle fiere (dedicata appunto al tartufo) più importanti del mondo, in seno alla quale si svolge la celebre Asta Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba, nella Sala delle Maschere del Castello di Grinzane.

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Prezioso come la terra in cui nasce, il tartufo trova la sua massima espressione con l’uovo al tegamino o con i tagliolini all’uovo, piatti a cui sentiamo di consigliarvi l’abbinamento con un Roero Arneis DOCG. Più insolita potrebbe essere l’accoppiata tra un’insalata di porcini (di cui questa terra è ricca) con una bollicina, magari rosé. Se siete amanti del risotto, anch’esso ospite eccellente per il tartufo bianco, non possiamo non consigliarvi un Barolo, re dei rossi locali che spartisce il trono con il Barbaresco.

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