Il vino Marsala è un vino liquoroso prodotto nella zona della città omonima, è forse la DOC siciliana più famosa nel mondo, senz’altro la prima (1969) della storia vinicola siciliana. Il perché di tale fama è da ricercarsi principalmente nella qualità di questo peculiare vino, frutto dell’amore e della perizia della comunità enologica di questa zona, forte anche di una posizione geografica invidiabile. Ma andiamo per gradi.

Un territorio unico

La città di Marsala si trova sul capo Boeo, sulla punta occidentale della Sicilia. Per questo motivo, è detta “città tra i due mari”, in quanto bagnata dal Mar di Sicilia a sud e dal Tirreno a nord. Il territorio marsalese è piuttosto vasto e vanta per l’appunto una doppia esposizione marina che la rende una zona fortemente ventilata, baciata costantemente dal sole e abbracciata dal mare – un connubio climatico unico e selvaggio perfetto per la produzione del vino Marsala.

La forte insolazione della zona di produzione del Marsala permette la produzione di vini ad alta gradazione alcolica grazie alle celebri “terre rosse”. È un terroir questo ricco di ferro ma povero di materiale organico; un suolo a bassa fertilità, ma permeabile e in genere sabbioso o ciottoloso. Ciò garantisce un buon drenaggio che consente alla vite di accumulare zuccheri piuttosto che perdere forza nello sviluppo vegetativo.

Il vino liquoroso per eccellenza

Dicevamo che il vino Marsala è liquoroso: ma cosa vuol dire?

Il vino liquoroso è un vino prodotto partendo da un vino di base al quale possono venire aggiunti diversi ingredienti, come alcol, acquavite di vino, mosto parzialmente disidratato o al quale è stato aggiunto alcol. L’obiettivo, come è facile intuire, è quello di aumentare la gradazione alcolica del prodotto finale.

L’aggiunta di alcol determina una serie di cambiamenti organolettici il cui risultato finale è l’aumento del tempo di conservazione e quindi di evoluzione positiva: in pratica, si permette al vino di invecchiare virtualmente all’infinito, raggiungendo così complessità impensabili per altri vini. Tra l’altro, è interessante notare come già il vino base dal quale si parte è in qualche modo già predisposto di natura a sopportare un grado alcolemico elevato proprio in virtù dell’alto tenore zuccherino del prodotto di base.

Quale vino viene usato per il Marsala

Qual è il vino base utilizzato per produrre il Marsala? Per quello da uve a bacca bianca, si utilizzano vitigni Grillo, Catarratto, Ansonica e Damaschino; per il vino Marsala ottenuto da uve a bacca nera vengono scelti il Perricone, il Nero d’Avola e il Nerello Mascalese.

I vini che invece vengono “corretti” riposano in botti da 400 litri poste una sopra l’altra in una grande piramide: le botti vengono riempite solo per ¾ e il vino, con le vendemmie successive, viene progressivamente trasferito ai livelli inferiori, ossidandosi e concentrandosi. Una volta raggiunta la base della piramide, il vino viene imbottigliato, consentendo il proseguimento del ciclo, annata dopo annata. Questo è noto come metodo Soleras.

La fascia climatica nella quale viene prodotto il vino Marsala, la Fascia del Sole, è la stessa degli altri grandi vini liquorosi: il Porto, che si ottiene aggiungendo il brandy al mosto, e il Madera, al quale viene aggiunto alcol di canna da zucchero. Il prodotto viene poi sottoposto a oscillazioni termiche estreme per simulare i viaggi via mare che il vino faceva per essere trasportato principalmente in Inghilterra.

Di necessità virtù: le varietà del vino Marsala

È proprio la necessità di conservare il vino per lunghe tratte marittime a spingere i commercianti inglesi, che transitavano dalla Sicilia alla fine del 1700, a sperimentare l’aggiunta di alcol. A pensarci bene, è lo stesso modo in cui è nata la birra IPA: in quel caso era l’aumento importante di luppolo che permetteva alla birra di conservarsi più a lungo.

Le tipologie del vino Marsala variano a seconda del colore, del contenuto zuccherino e del tipo di lavorazione.

  • La varietà Fine, con invecchiamento minimo di 1 anno, è disponibile nelle varianti secca, semisecca e dolce ed esprime 17 gradi alcolici.
  • Il Marsala superiore, disponibile nelle stesse varianti, è più alcolico e affina in botte per almeno 2 anni.
  • Il Marsala superiore riserva è più pregiato e strutturato e affina in botte almeno 4 anni.
  • Esistono poi alcune varianti del Marsala Vergine, prodotto unicamente con il vino di base e al quale non viene aggiunto nulla, che per questo motivo resta piuttosto secco e mai dolce. Nella versione stravecchia, l’invecchiamento è di almeno 120 mesi.

Il vino Marsala, un prodotto sopraffino

Il risultato di tutti questi processi è un prodotto unico al mondo. Con un colore che può variare dal giallo dorato all’ambra, il vino Marsala al naso regala profumi di caramello, miele e canditi, nocciola, frutta secca e spezie. Ma la vera particolarità del Marsala sta nella capacità di esprimere la freschezza nonostante l’opulenza, finezza nonostante l’alcolicità. Le cosiddette note marsalate (o maderizzate) che in un vino normale sono sintomo di ossidazione non voluta o eccessiva vecchiaia del vino, nel Marsala diventano un vanto.

Tali peculiarità non possono che trovare altrettanto particolari connubi gastronomici. La struttura e l’alcol del vino Marsala dolce sono caratteristiche che consentono abbinamenti difficili come quello con il cioccolato e i dolci tipici della tradizione siciliana, come i cannoli.

Il Marsala secco si candida anche come aperitivo atipico, benché trovi uno spazio ideale accanto a formaggi invecchiati come pecorino e gorgonzola, mentre la versione Vergine è adatta a piatti più robusti, dal sapore deciso come carne o selvaggina. Un abbinamento “fuori dal coro” da provare assolutamente è quello del Marsala Vergine con le Ostriche o con una pasta con i Ricci di Mare…….impareggiabile !!!

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